...una voce...tante emozioni...un viaggio...tante voci...un libro...le voci in viaggio...
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…
Le Voci Consigliano
lunedì 31 luglio 2017
Anche se fa caldo.
Martedì 1 agosto 2017
alle 21,00
presso la Biblioteca di Codognè
ci rinfreschiamo ascoltando le storie
delle Voci in Viaggio
Ci aiuterà un gelato, un cuscino, un tappeto.
Il resto vien da sé...
Ti aspettiamo.
mercoledì 19 luglio 2017
Ti telefono per dirti....
"Pronto? Sì. Ecco, stavamo giusto provando per l'evento del 25 luglio "Vecchie storie, ma non troppo".
Dove? A Codognè, nel parco della Mutera.
Perché? E' un evento inserito nella rassegna culturale "Codogné sotto le stelle"
A che ora? Beh, alle 21,00.
L'ingresso è libero? Certo, sia per grandi che piccini.
Allora ti aspetto.
Ciao!"
Click!
martedì 4 luglio 2017
Viaggiare con le Parole @@@"Lord Jim" di Joseph Conrad ediz. Bompiani@@@
Grazie al nostro amico Patrizio che ci manda sempre queste pillole di libro.
Era alto quasi sei piedi, forse un pollice o due in meno,
solidamente costrutto, e vi veniva incontro con le spalle un po'
incurvate, la testa in avanti, e uno sguardo dall'alto in basso che vi
faceva pensare a un toro pronto a caricare. la sua voce era profonda e
sonora e i suoi modi rivelavano una tenace sicurezza in se stesso che
pure nulla aveva di aggressivo. Sembrava una necessità quel suo
atteggiamento, che appariva diretto tanto agli altri quanto a se
medesimo. Meticolosamente curato nella persona, vestiva di bianco dalla
testa ai piedi ed era assai popolare nei vari porti dell'Estremo
Oriente, dove si guadagnava da vivere come agente di forniture
marittime.
Un agente marittimo non ha bisogno di sottostare ad
alcun esame, ma deve possedere in astratto una certa capacità, e
saperla dimostrare praticamente. Il suo lavoro consiste nel precedere, a
vela, a vapore o a forza di remi, gli altri agenti marittimi a bordo di
ogni nave in procinto di gettar l'ancora, per salutare con effusione il
capitano, e costringerlo ad accettare un biglietto da visita recante
l'intestazione del fornitore navale da cui dipende; e, non appena il
comandante scende per la sua prima visita a terra, deve pilotarlo con
fermezza, ma senza ostentazione, sino a un magazzino vasto come una
caverna, pieno zeppo di tutte quelle cose che si mangiano e si bevono a
bordo; dove si può trovare e ottenere tutto ciò che può rendere bella ed
atta alla navigazione la nave: da una serie di anelli per la catena
dell'ancora sino alle lamine di foglia d'oro per decorare gli intagli di
poppa; e dove il capitano è ricevuto come un fratello da un fornitore
marittimo che non ha mai visto prima. Vi si trovano sempre un salotto
fresco, poltrone, bottiglie, sigari, l'occorrente per scrivere, una
copia dei regolamenti del porto, e il calore di un benvenuto che
scioglie il sale da cui è impregnato il cuore di un marinaio dopo tre
mesi di ininterrotta navigazione. Quella prima conoscenza deve essere
coltivata, sino a quando la nave rimane in porto, dalle visite
giornaliere dell'agente marittimo. Nei confronti del capitano egli deve
essere fedele come un amico e pieno di attenzioni come un figlio, avere
la pazienza di Giobbe, la disinteressata devozione di una donna, e
l'allegria di un buontempone. Alla fine, si manda il conto. E' un
mestiere bello e umano. Ecco perché i buoni agenti marittimi sono così
scarsi. Quando un agente che possieda la capacità in astratto ha anche
il vantaggio di essersi formato in mare, egli merita da parte del suo
principale un bel po' di soldi e molta indulgenza. Jim aveva sempre
stipendi ottimi e, in quanto a soddisfazioni, ne riceveva tante che
sarebbero bastate a conquistare la fedeltà del diavolo in persona.
Tuttavia, dando prova della più nera ingratitudine, gli accadeva di
licenziarsi senza apparente motivo e di far fagotto. Ai suoi datori di
lavoro forniva immancabilmente spiegazioni che, in realtà, non
spiegavano nulla. Essi dicevano: "Maledetto pazzo!", non appena aveva
voltato le spalle. E questo era il loro modo di commentare la sua
squisita sensibilità. Spedizione notturna nella mia stanza di François-Xavier de Maistre
La nostra amica e collaboratrice Katia Ceccarelli ci manda questa particolare recensione. Non vi vien voglia di leggere il libro?
François-Xavier invece era un tipo avventuroso, appassionato di mongolfiera e di scienza, era stato avviato alla carriera militare come usava fare con i figli scavezzacollo ed era finito a combattere contro Napoleone al fianco dell'esercito russo. Tanto amò la Russia da trasferirsi lì definitivamente nel 1839 fino al giorno della sua morte che avvenne a San Pietroburgo nel 1852.
Non aveva mai avuto velleità letterarie ma il destino e l'ingegno lo avevano reso autore di uno scritto molto apprezzato per la sua originalità: il Voyage autour de ma chambre "Viaggio intorno alla mia camera".
Il libro era nato per combattere la noia di una condanna agli arresti domiciliari a causa di un duello; nel 1794 era stato consegnato per 42 giorni al suo domicilio in quel di Torino.
Scrisse 42 capitoli, uno per ogni giorno, in cui, sulla falsariga dei grandi esploratori settecenteschi, descrive il panorama della sua camera come fosse un mondo da scoprire.
Il libro gli valse fama internazionale tanto da essere considerato l'epigono di un genere letterario.
Al “Viaggio” seguì la “Spedizione notturna” pubblicata nel 1825 a San Pietroburgo. Se il primo era stato frutto di un'idea bizzarra, quasi scherzosa, il secondo invece nacque da anni di riflessione e stilisticamente ripercorreva la transizione dall'Illuminismo al Romanticismo.
Ecco dunque che tanti anni dopo quell'esperienza, François-Xavier torna una sera nella sua stanza di Torino determinato a trascorre una notte fra quegli oggetti e quegli spazi che in gioventù gli avevano ispirato “Il Viaggio”.
“Il mio viaggio iniziò alle otto precise di sera. Il tempo era buono e prometteva una piacevole notte. Avevo preso le mie precauzioni per non essere importunato da visite – del resto rarissime, data l'altezza dell'alloggio e considerando le circostanze in cui mi trovavo all'epoca – e per rimanere solo fino a mezzanotte.
Per il compimento dell'impresa, quattr'ore mi erano più che sufficienti; anche perché, quella volta, volevo fare solo una semplice escursione intorno alla mia stanza.
Se il primo viaggio era durato quarantadue giorni, è perché non mi era stato possibile abbreviarlo. […] per meglio organizzare l'impresa e conferirle una possibilità di successo, pensai che bisognasse cominciare scrivendo una lettera dedicatoria [...] dopo lunga riflessione, giunsi a capire che sarebbe stato ragionevole scrivere prima e nel miglior modo possibile la lettera, cercando poi la persona a cui rivolgerla. [..] presi le poesie di Ossian e recitai a gran voce, camminando a grandi falcate per eccitare il mio entusiasmo [...] di queste avrei sicuramente approfittato per comporre con successo i versi della mia dedicatoria se, per mia sfortuna, non avessi dimenticato l'inclinazione del soffitto della stanza; che, abbassandosi all'improvviso, impedì alla mia fronte d'avanzare insieme ai piedi nella direzione presa.
Sbattei in modo così violento la testa contro quel maledetto soffitto, che il tetto della casa ne fu squassato. Il contraccolpo mi fece fare tre passi indietro, mentre i passeri che dormivano sulle tegole volarono via spaventati”.
Nonostante i buoni propositi dell'autore, la “Spedizione” inizia con una botta in testa. Personalmente ho letto questo libro con grande gusto e divertimento ma anche riflettendo sull'umanità e sull'ingegno delle persone speciali che in qualsiasi epoca e a qualsiasi latitudine sanno trovare il mondo in una stanza.
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