La nostra amica e collaboratrice Katia Ceccarelli ci manda questa particolare recensione. Non vi vien voglia di leggere il libro?
François-Xavier invece era un tipo avventuroso, appassionato di mongolfiera e di scienza, era stato avviato alla carriera militare come usava fare con i figli scavezzacollo ed era finito a combattere contro Napoleone al fianco dell'esercito russo. Tanto amò la Russia da trasferirsi lì definitivamente nel 1839 fino al giorno della sua morte che avvenne a San Pietroburgo nel 1852.
Non aveva mai avuto velleità letterarie ma il destino e l'ingegno lo avevano reso autore di uno scritto molto apprezzato per la sua originalità: il Voyage autour de ma chambre "Viaggio intorno alla mia camera".
Il libro era nato per combattere la noia di una condanna agli arresti domiciliari a causa di un duello; nel 1794 era stato consegnato per 42 giorni al suo domicilio in quel di Torino.
Scrisse 42 capitoli, uno per ogni giorno, in cui, sulla falsariga dei grandi esploratori settecenteschi, descrive il panorama della sua camera come fosse un mondo da scoprire.
Il libro gli valse fama internazionale tanto da essere considerato l'epigono di un genere letterario.
Al “Viaggio” seguì la “Spedizione notturna” pubblicata nel 1825 a San Pietroburgo. Se il primo era stato frutto di un'idea bizzarra, quasi scherzosa, il secondo invece nacque da anni di riflessione e stilisticamente ripercorreva la transizione dall'Illuminismo al Romanticismo.
Ecco dunque che tanti anni dopo quell'esperienza, François-Xavier torna una sera nella sua stanza di Torino determinato a trascorre una notte fra quegli oggetti e quegli spazi che in gioventù gli avevano ispirato “Il Viaggio”.
“Il mio viaggio iniziò alle otto precise di sera. Il tempo era buono e prometteva una piacevole notte. Avevo preso le mie precauzioni per non essere importunato da visite – del resto rarissime, data l'altezza dell'alloggio e considerando le circostanze in cui mi trovavo all'epoca – e per rimanere solo fino a mezzanotte.
Per il compimento dell'impresa, quattr'ore mi erano più che sufficienti; anche perché, quella volta, volevo fare solo una semplice escursione intorno alla mia stanza.
Se il primo viaggio era durato quarantadue giorni, è perché non mi era stato possibile abbreviarlo. […] per meglio organizzare l'impresa e conferirle una possibilità di successo, pensai che bisognasse cominciare scrivendo una lettera dedicatoria [...] dopo lunga riflessione, giunsi a capire che sarebbe stato ragionevole scrivere prima e nel miglior modo possibile la lettera, cercando poi la persona a cui rivolgerla. [..] presi le poesie di Ossian e recitai a gran voce, camminando a grandi falcate per eccitare il mio entusiasmo [...] di queste avrei sicuramente approfittato per comporre con successo i versi della mia dedicatoria se, per mia sfortuna, non avessi dimenticato l'inclinazione del soffitto della stanza; che, abbassandosi all'improvviso, impedì alla mia fronte d'avanzare insieme ai piedi nella direzione presa.
Sbattei in modo così violento la testa contro quel maledetto soffitto, che il tetto della casa ne fu squassato. Il contraccolpo mi fece fare tre passi indietro, mentre i passeri che dormivano sulle tegole volarono via spaventati”.
Nonostante i buoni propositi dell'autore, la “Spedizione” inizia con una botta in testa. Personalmente ho letto questo libro con grande gusto e divertimento ma anche riflettendo sull'umanità e sull'ingegno delle persone speciali che in qualsiasi epoca e a qualsiasi latitudine sanno trovare il mondo in una stanza.
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