GOMORRA
Fin dalla prima immagine si entra in un mondo parallelo; un
mondo che non sta ne sopra, ne sotto, ma è violentemente parallelo alla
quotidianità. Ciò che colpisce è la mancanza di vie d'uscita, se non quella di andarsene
portandosi comunque dietro ciò che si ha, ciò che si è vissuto e quindi una via
d'uscita che diventa un compromesso piuttosto che una soluzione.
Le immagini del degrado ambientale sono l'espressione delle
persone che ci vivono e che nonostante il grosso giro di denaro non tenta
minimamente di abbellire, di pulire, di mascherare.
Quando il film uscì nel 2008 mi rifiutai di andarlo a
vedere:"Ecco, la solita retorica!". Quando il film sfiorò l'Oscar
commentai con un."Ecco, il nuovo realismo italiano che non propone la
bellezza, ma solo il marcio, senza proporre soluzioni".
L'altra sera, finito di veder il film, mi sono resa conto che
guardare in faccia la realtà aiuta a pensare a delle possibili soluzioni e a capire chi arriva da quel
vissuto.
Guardando le vele di Scampia mi ha fatto ricordare un mio
amico attore che in vari momenti è andato a fare dei laboratori teatrali in
quel luogo.
Come pure mi è venuto in mente un programma radiofonico che
raccontava dei tornei di pallavolo organizzato da squadre professioniste del
nord in quei luoghi.
Che si debba ricominciare da qui?
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