...una voce...tante emozioni...un viaggio...tante voci...un libro...le voci in viaggio...
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…


Le Voci Consigliano

lunedì 15 maggio 2017

Viaggiare con le Parole " Anatomia di un soldato" di Harry Parker


ancora un contributo dell'amico Patrizio Neri
Ero stato fissato al muro da una squadra di operai, in un nuovo bagno per disabili di un centro di riabilitazione che si stava espandendo. Riflettevo le maniglie, il lavandino, l'asciugatore per le mani e il water lucido. Dal soffitto pendeva un cordino rosso antipanico.
Entravano in molti, spesso con le stampelle o in sedia a rotelle, e io riflettevo la loro immagine mentre chiudevano la porta con gesti impacciati. Si reggevano alle maniglie, tiravano lo sciacquone e usavano il lavandino. Alcuni non dovevano sedersi sul water e si svuotavano dell'urina da un tubo.
Comparve un nuovo uomo. All'inizio lo accompagnava un'infermiera, che lo aiutava a pulirsi, ma nel giro di qualche settimana fu abbastanza forte da farlo da solo.
Adesso era tornato, e si issò dalla sedia a rotelle sulla tazza del water, con i monconi che gli spuntavano davanti. Portava una maglietta e un paio di calzoncini e mentre faceva i suoi bisogni si guardò in mezzo alle gambe. Quando ebbe finito tirò la catena, tornò sulla sedia a rotelle e si diede una spinta fino alla porta. Ma stavolta intravide il proprio riflesso su di me e si fermò. Quello che mostravo era diverso dall'immagine che aveva di sé. Vide gli arti mostruosamente corti e lo spazio che li separava dal pavimento, dove un tempo esisteva una parte di lui. Capì che l'immagine riflessa era quella che vedevano gli altri, e rimase sconvolto. Scosse la testa incredulo. Era un essere innaturale, creato dalla violenza della guerra e salvato dai soldati e dai medici; era sopravvissuto a qualcosa a cui non si poteva sopravvivere, e si vedeva. Provò un senso di disgusto.
Si tolse i calzoni e poi la maglietta e li gettò a terra. Nudo, si specchiò dentro di me e poi abbassò gli occhi su di sé e scosse di nuovo la testa, senza volerlo.
Vide le cicatrici grottesche e le pieghe di carne e gli innesti di pelle arrossata che gli coprivano le ferite. Vide la violenza della bomba. Chi potrebbe amare questa cosa, pensò. Poi chiuse gli occhi e iniziò.
Faceva male, ma meno di tutto il resto, e la sua espressione non cambiò e non ci fu nessun piacere. Quando ebbe finito, i suoi nervi recisi ronzavano e lui chinò la testa e respirò. Aveva il seme scuro di sangue in seguito al trauma e lo guardò sorpreso. Si avvicinò al distributore di salviettine, tirò di nuovo lo sciacquone, si rivestì e se ne andò. Non si specchiò mai più su di me.
Il testo è tratto da " Anatomia di un soldato" di Harry Parker ediz. BIGSUR.
Dopo "Laccio emostatico" un altro capitolo di questo bel romanzo sul dramma eterno della guerra.

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