...una voce...tante emozioni...un viaggio...tante voci...un libro...le voci in viaggio...
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…
Le Voci Consigliano
martedì 24 dicembre 2013
Le Voci oltre i confini
Silvia e Claire ci hanno salutato con una bellissima festa.
Hanno scelto un luogo accogliente, pieno di Amore.
Lo hanno fatto addolcendoci con dolci succulenti, senza far mancare anche il salato.
Il tutto bagnato da bibite di vario tipo.
Immancabile il vino.
Immancabili loro...non ci mancheranno...
...non ti può mancare qualcosa che non perdi.
Hanno semplicemente avuto il coraggio di andare oltre i confini.
Oltre confine...anzi, abbattendo il confine!
E con loro hanno portato un pezzo delle Voci in Viaggio.
Ci prepareranno la strada che un giorno insieme percorreremo per raccontare altre storie.
Per raccontare altro.
Arrivederci.
martedì 17 dicembre 2013
Simultaneità.
Ieri sera ho visto il tramonto e l'alzata della luna nello stesso momento.
Erano le 16,30 e nella palestra del mio amico Franz ci sono delle finestre che lasciano vedere il paesaggio sia verso est che verso ovest.
Alla mia destra, la luna quasi piena, con le sue lentiggini ben in vista.
Alla mia sinistra, il sole che accendeva il cielo con il suo rosso, arancio e mi salutava col suo cappello incendiato che si faceva sempre più piccolo, fino a scomparire.
Di fronte a me lo specchio. La mia figura piccola, irregolare, la faccia simpatica che vedo cambiare di giorno in giorno...insomma, io.
Ho sentito la benedizione della luce e il calore dei colori seppur il termometro segnasse temperature decisamente invernali.
Per un attimo l'universo ha girato intorno a me.
Per un attimo mi sono sentita pienamente parte dell'Universo.
Potente ed inattaccabile.
Completa.
Il senso di gravità, la pesantezza che costruiamo quotidianamente, combattendo con quanto ci siamo inventati in questi ultimi secoli, è sparito per un attimo.
Cancellato l'affollamento di pensieri che ci pre occupa su tutto.
Che sensazione piacevole!
E poi...un respiro e via...con una nuova piacevolezza per la vita.
Auguro un Natale sincronizzato con l'Universo.
sabato 14 dicembre 2013
è già il 14 dicembre!
Mamma mia... E' già il 14 dicembre!
Ciò vuol dire che mancano 11 giorni a Natale: ho ancora un sacco di cose da fare e devo trovare il tempo per cercare i regalini ad amici e parenti.
Ma vuol dire anche che mancano 17 giorni alla fine dell'anno. E allora mi viene una specie di malinconia pensando che un altro anno è passato. Forse c'è il rammarico di non aver realizzato tutto quello che desideravo e di esser stata risucchiata dalla quotidianità... Poi penso a tutte le belle esperienze vissute quest'anno insieme alle Voci in Viaggio e non c'è più spazio per malinconia, rammarico o tristezza.
L'ultima avventura l'abbiamo fatta ieri sera alla presentazione del libro "Gocce di silenzio" di Gianluca Ascione. Abbiamo accompagnato il pubblico all'interno di una storia profonda e strana, con le bolle di sapone che ci portavano nel cuore del racconto.
Un'altra avventura e un'altra tappa di un viaggio che continua. Siamo sempre in movimento e abbiamo ancora tanti progetti da portare avanti. Citando un vecchio slogan potremmo dire che "stiamo lavorando per voi"...
Grazie a tutte le Voci in Viaggio e a tutti quelli che ci seguono e ci sostengono.
A presto
mercoledì 11 dicembre 2013
I prossimi appuntamenti
VENERDI' 13 DICEMBRE 2013
ORE 20,45
presso Funzione Arte Neno Moretti
Via Postumia, 153
31038 PAESE (TV)
Le "Voci in Viaggio"
hanno il piacere di prestare la propria voce
alla presentazione del libro
" Gocce di silenzio"
dello scrittore
Gianluca Ascione.
Il romanzo narra la storia di un trentenne sofferente di agorafobia che, confinato nelle mura domestiche, vede scorrere la vita attraverso una finestra dell’appartamento in cui vive finchè la pressante ed esasperante voglia di immergersi in quel contesto vivido lo spingerà a vincere le sue paure adottando lo stratagemma di uscire riparato dall’involucro di un’enorme bolla di sapone.
Una volta tuffato in quell’universo sconosciuto (dove la città di Treviso fa velatamente da scenografia) si dovrà scontrare con la tragica realtà dell’avversione per il diverso fino al momento dell’incontro con una ragazza, a suo modo diversa, che gli farà scoprire a piccole dosi l’universo inesplorato dell’innamoramento.
Nello svolgersi lineare della trama sono presenti ripetuti flashback che riguardano la madre del protagonista individuata come principale (seppur amorevolmente) involontaria “responsabile” della sua fobia, e un clamoroso e inaspettato segreto che riguarda suo padre"
Con la partecipazione della dottoressa Maria Carla Tecce, psicologa e psicoterapeuta
ingresso libero
________________________________________________________________________
Le Voci in Viaggio
hanno anche quest'anno il piacere
di partecipare al laboratorio-mercatino di Natale
a Porcia dal nostro amico Alessio Moras.
Ecco qui sotto il suo invito!
L'ingresso è libero.
CIAO A TUTTI,
ANCHE QUEST’ANNO APRO IL MIO LABORATORIO CON UN MERCATINO INSIEME AD AMICI ARTIGIANI,
SABATO 14 E DOMENICA 15 DICEMBRE, VERRETE ACCOLTI DA UNA FESTA CON VIN BRULE’, THE CALDO E DOLCI NATALIZI,
GIRANDO TRA GLI STAND PER TROVARE IL REGALO ORIGINALE GIUSTO.
DOMENICA DALLE ORE 14.00, IL GRUPPO “ VOCI IN VIAGGIO” ALLIETERANNO I VOSTRI BAMBINI CON LETTURE ANIMATE E MUSICHE
ATTORNO AL FUOCO.
VI ASPETTO TUTTI E PASSATE PAROLA.
A PRESTO E TANTI AUGURI
ALESSIO
giovedì 5 dicembre 2013
Ci stiamo preparando
Ci stiamo preparando.
Ci stiamo preparando a rendere noto a tanti la scrittura di un nuovo amico.
Ci stiamo preparando a ridere, giocare, raccontare in occasione del Natale.
Ci stiamo preparando a salutare e a dare infiniti Auguri ad una nostra cara amica.
Ci stiamo preparando ad un nuovo laboratorio di lettura.
Ci stiamo preparando a riflettere, discutere, proporre, stimolare riguardo ad una scomoda realtà.
Ci stiamo preparando a creare nuovi modi di vivere la biblioteca.
Ci stiamo preparando a percorrere nuovi sentieri...
Il prepararsi è la parte più bella. C'è tutta la trepidazione, la tensione, l'Energia dell'attesa.
Ci stiamo preparando ed è da sempre così.
Buon Viaggio.
martedì 3 dicembre 2013
Avete presente....
"Avete presente la sveglia alle sette di domenica mattina? Straziante!... Avete presente tre donne di età varie che devono lavarsi, vestirsi, prepararsi per uscire? Confusione e ritardo garantito!...E sempre l'eco di quella domanda nella mente..."ma chi me lo fa fare??"... Avete presente un gruppo di donne, un gruppo di vite diverse, un gruppo di cuori, che credono nella possibilità di dire qualcosa... con le loro VOCI, con le loro mani, con i loro corpi, con i loro occhi...che credono nella possibilità di incontrare nel loro VIAGGIO altre vite, altre menti, altri cuori magari semplicemente a fare COLAZIONE, magari con un'idea un po' diversa di colazione, magari con un pensiero un po' diverso a paesi lontani (ma siamo tutti nello stesso mondo!)... Avete presente i bambini quando disegnano, tagliano, strappano, incollano (usano tantissima colla!), scelgono i colori, le forme...? Hanno delle bellissime espressioni, fanno delle strane smorfie con la bocca, tirano fuori la lingua, strabuzzano gli occhi...e poi guardano la loro opera con ammirazione...e poi la regalano alla mamma e al papà....e poi ci commuovono...E poi mi ricordo chi me lo fa fare...."
Le suggestive emozioni di una Voce in Viaggio, Giovanna, dopo l'evento della Colazione Equo Solidale organizzato dalla Bottega Equo Solidale allo Spazio Mavv di Vittorio Veneto domenica 1 dicembre 2013.
Grazie!
lunedì 2 dicembre 2013
Parlando di Aids...
Ieri, 1 dicembre 2013, abbiamo commemorato la Giornata Internazionale contro il Virus Hiv e l'Aids.
Ho avuto l'emozione di parlarne al mattino durante la colazione equo solidale organizzata dalla Bottega Equo Solidale dove con le Voci in Viaggio abbiamo letto delle storie simpatiche e fatto il laboratorio "Ricicliamo".
Bambini e Adulti hanno ascoltato cosa si fa a centinaia di kilometri da qui, oltre oceano:
http://www.aidslifecycle.org/
nel 2014 parteciperò anche io a questo evento:
http://www.tofighthiv.org/site/TR/AIDSLIFECYCLE2014/AIDSLifeCycleCenter?px=3034760&pg=personal&fr_id=1630
per condividere con migliaia di persone emozioni e raccogliere fondi per aiutare le persone che vivono questo disagio.
Nel pomeriggio, al Bar Radio Golden, in occasione del Festival "Diversi da chi?" organizzato dallo Shake, ho condiviso la mia avventura ed abbiamo parlato ancora di Aids.
Con timidezza, con timore, con delicatezza, con tenacia, parliamone, perché solo così, presto o tardi, nessuno morirà o soffrirà più a causa di questa malattia.
Andare in California non solo per pedalare e portare, ma anche per capire come e cosa poter fare nel mio territorio, per creare una sinergia, una rete, per fare più Unità....
Le Voci in Viaggio mi stanno sostenendo, spiritualmente, concretamente e a loro va il mio grazie di cuore.
Antonella.
Ho avuto l'emozione di parlarne al mattino durante la colazione equo solidale organizzata dalla Bottega Equo Solidale dove con le Voci in Viaggio abbiamo letto delle storie simpatiche e fatto il laboratorio "Ricicliamo".
Bambini e Adulti hanno ascoltato cosa si fa a centinaia di kilometri da qui, oltre oceano:
http://www.aidslifecycle.org/
nel 2014 parteciperò anche io a questo evento:
http://www.tofighthiv.org/site/TR/AIDSLIFECYCLE2014/AIDSLifeCycleCenter?px=3034760&pg=personal&fr_id=1630
per condividere con migliaia di persone emozioni e raccogliere fondi per aiutare le persone che vivono questo disagio.
Nel pomeriggio, al Bar Radio Golden, in occasione del Festival "Diversi da chi?" organizzato dallo Shake, ho condiviso la mia avventura ed abbiamo parlato ancora di Aids.
Con timidezza, con timore, con delicatezza, con tenacia, parliamone, perché solo così, presto o tardi, nessuno morirà o soffrirà più a causa di questa malattia.
Andare in California non solo per pedalare e portare, ma anche per capire come e cosa poter fare nel mio territorio, per creare una sinergia, una rete, per fare più Unità....
Le Voci in Viaggio mi stanno sostenendo, spiritualmente, concretamente e a loro va il mio grazie di cuore.
Antonella.
venerdì 29 novembre 2013
Disabilità...
Il mio amico più caro, la persona a cui non ho mai nascosto nulla, che mi conosceva probabilmente più di chiunque altro, è morta una quindicina di anni fa.
Si chiamava Giorgio e, da poco me ne sono resa conto, era un disabile. Già, perché per me, che l'ho conosciuto quando avevo 17 anni e lui 24, Giorgio era solo uno "che non camminava tanto bene", aveva un problema con le caviglie che gli si piegavano ed era costretto a portare le scarpe ortopediche.
Quella sua disabilità per me, anzi per noi tutti suoi amici, e ne aveva tantissimi, era come invisibile, se ne teneva conto quando c'erano pezzi di strada complicati da percorrere per lui e quindi si cercava di arrivare il più vicino possibile con l'auto, gli si dava il braccio per sostenersi, ma in un modo quasi inconscio.
Mi verrebe da dire "naturale".
Ecco, pensando a chi era per me e per tutti i suoi amici Giorgio, mi piacerebbe che tutti i disabili che incontriamo li vedessimo con gli stessi occhi: in Giorgio ho sempre visto il mio più caro amico, a cui spesso dovevo dare il braccio per appoggiarsi, che io in motorino e lui in bicicletta attaccato al mio braccio si facevano chilometri (beata giovane incoscienza), che si passavano i pomeriggi e le serate a chiacchierare, e a volte anche a starsene soltanto vicini, in silenzio, senza sentire il peso delle parole non dette, non ho mai visto un disabile, o ancor peggio un diversamente abile.
Era semplicemente GIORGIO ed io gli volevo un mondo di bene.
sabato 23 novembre 2013
La Memoria e la Lettura
Sto assaporando intensamente l'Energia condivisa con delle Persone che vivono consapevolmente nell'Universo.
Con umiltà e gioia condividono le proprie capacità iniettando una carica positiva in chiunque abbia il coraggio di aprire una finestra nella propria anima per guardare oltre il grigio imposto da un sistema che ci desidera tutti uguali, sicuri in un ordine superiore rendendoci alla fine tristi e soli.
Ovviamente bisogna cercare, investire, mettersi in gioco e faticare.
Nicoletta Todesco è una "ragazza" capace di dare tutto quanto ho espresso.
Con pazienza ed umiltà, si mette al tuo fianco e, senza giudicare ed imporre sistemi strani e complessi, propone delle tecniche per migliorare la propria memoria e la velocità nella lettura.
Respirando, credendo, usando degli strumenti validi e godendo dei risultati meritati.
Il sistema che condivide vale una vita intera.
Infatti per ognuno c'è la possibilità di rifrequentare il corso senza altre spese.
C'è anche la possibilità di collaborare con lo splendido staff di Persone che la seguono.
Domani è un altro giorno intenso ed emozionante e ...ne riparleremo.
Per saperne di più:
http://www.brainup.it/
https://www.youtube.com/watch?v=a7xcQBcRG3A
venerdì 22 novembre 2013
giovedì 21 novembre 2013
Buongiorno :)
Grazie di cuore per l'invito, che ho accettato col sorriso! Mi fa piacere condividere fatti, pensieri, emozioni con tutti voi! Un abbraccio :)
Eccomi
Buongiorno a tutti!! Ringrazio per l'invito e prometto che mi impegnerò per offrire buoni spunti e buone emozioni...per proporre parole importanti (o no) che colpiscano i cuori e la anime.... immagini che avvolgano le anime e caldi abbracci!!!
Il 25 novembre 2013 per esserci
Il 25 novembre c'è una ricorrenza importante: la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Abbiamo visto lo spettacolo "Ferite a Morte" tratto dall'omonimo libro di Serena Dandini.
Attrici meravigliose ci hanno portate dentro questa terribile realtà, talvolta sorridendo a denti stretti, lasciandoci comunque l'amaro in bocca-
Sa di rabbia e disprezzo quello che ci rimane dentro. Rabbia e disprezzo di fronte all'indifferenza, all'omertà latente del quando si dice "se l'è voluta", "gli uomini sono così" del "era troppo provocante"...
E qualcuno del gruppo scrive...
"E lo chiamano amore...
Un uomo, una
donna un giorno qualunque, speciale per loro, si incontrano, si
innamorano. Passano i giorni, gli anni, l’amore (era amore?) finisce,
l’equilibrio, l’armonia fra i due si interrompe. L’uomo e la donna sono diversi,
anche quando un equilibrio non c’è più la donne se ne inventa uno, per se
stessa, per i figli, per sopravvivere, addirittura per quell’uomo che una volta
la amava e adesso invece la riempie di botte, la insegue ovunque per regalarle
paure, minacce e tutto questo per un periodo sempre troppo lungo. Se parla, se
denuncia la ascoltano ma la storia non cambia. Le botte si fanno sempre più
dure, insostenibili. La donna ha paura. Prima denunciava, poi non lo fa più. E’
disperata, la vita non è più vita, non ce la fa più e un giorno decide che
basta, che la sua vita la voleva diversa e qualche minuto dopo questa decisione
la sua vita finisce. E’ una storia recente, non voluta ma subita dalla vittima.
Un paese, una nazione la si definisce civile qualora ci siano delle leggi che
tutelano le vittime, in questo caso specifico le donne, dagli abusi e dalle
violenze il più delle volte domestiche. A questo punto possiamo dichiarare che
il nostro paese non lo è. Ci indigniamo quando sentiamo parlare di tanti paesi
dove i diritti civili sono calpestati, ma non ci indigniamo a sufficienza per
modificare leggi troppo leggere nei confronti di questi carnefici. Mi auguro che
chi ci governa sappia essere giusto e coraggioso nel dire basta a questo
massacro quotidiano fino ad ora sottovalutato."
Per Esserci, per non tacere, per non vedere...
Per Esserci, per non tacere, per non vedere...
mercoledì 20 novembre 2013
La mucca Carolina
La Mucca Carolina stasera scopre il mondo del blog
pascolando felice nei prati delle "Voci in Viaggio".
Rumina che ti rumina, trova un simpatico torello di nome Marcello.
Salta di qua, salta di là
scodinzola di su, scodinzola di giù
Carolina si innamora follemente del torello Marcello.
Il sole tramonta, le mamme chiamano all'appello
i loro figlioli
e i due innamorati salutandosi tristemente
si danno appuntamento per il 1 dicembre
per fare colazione allo Spazio Mavv.
L'attesa per i due spasimanti è quasi insopportabile.
Finalmente arriva il 1 dicembre e i due si incontrano
di fronte all'ingresso del locale.
Ben presto però scoprono che la colazione
è a base di latte e formaggio
e i due...
...decidono di svignarsela a...
...zampe levate!
Muuuuuuuuuuuuu
Ah, preciso: non volevano scappare,
sono andati a chiamare i loro amici
Passate parola e venite anche voi!
Il Laboratorio di lettura ad alta voce per adulti
E’ stato un fulmine a ciel sereno, sia per la breve durata che
per l’intensità delle emozioni vissute insieme a Sonia, Arianna, Massimo,
Laura, Serena, Mauro, Enrica e
Patrizia.
Due sabati di novembre alla Biblioteca dei Bambini a Ogliano
di Conegliano vissuti in pienezza.
Incontri così restano nel cuore e nell’anima.
Abbiamo respirato, cantato, letto ad alta voce, giocato
condividendo le nostre esperienze ed emozioni e da qui ne è uscita una bella energia che tutt’ora sento vibrare
dentro di me ricaricandomi anche nei momenti no.
Ci siamo lasciati con un “Arrivederci a presto!”.
E così sarà…presto….presto….
Grazie!
martedì 19 novembre 2013
la volpe
Ma la volpe ritornò alla sua idea: «La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…»
da "Il Piccolo Principe"
giovedì 14 novembre 2013
eremiti
la serata si fa molto interessante
il cielo si fa strada di eremiti
che vagano alla ricerca di qualcuno
a cui accompagnarsi
incerti se rimanere in compagnia
di loro stessi o soli con qualcun altro
sonia vigna
il cielo si fa strada di eremiti
che vagano alla ricerca di qualcuno
a cui accompagnarsi
incerti se rimanere in compagnia
di loro stessi o soli con qualcun altro
sonia vigna
mercoledì 6 novembre 2013
La Comunicazione
Seguiamo da tempo e con gioia il gruppo
ANGELI CON LA CODA
https://www.facebook.com/groups/112899035430898/
Condivido questa toccante testimonianza.
"LA STORIA DEL NOSTRO PEPE!!!!!
Pepe è arrivato a casa nostra a marzo 2009 e aveva appena due mesi perché era nato il 4 gennaio! era arrivato come regalo per il 3°compleanno di Gaia, mentre Giulia aveva solo 1 anno. Era un battufolino dal musetto simile ad un orsetto; dormiva tutto il giorno e se ne stava sotto della mucca a dondolo delle bambine. A man mano che cresceva pepe diventava sempre più birichino: rosicchiava sedie, tavolo, faceva suoi bisogni dentro casa. Dopo 4 anni di convivenza con lui e in cui le difficoltà crescevano perché Pepe mi impossessava con il fatto che sono costretta ad usare la sedia a rotelle e per il nostro cucciolo a 4 zampe diventava il suo rifugio preferito come pure sotto il letto. Pepe mi teneva in scacco ogni volta che si metteva sotto la carrozzina perché non potevo muovermi e se qualcuno lo chiamava per farlo uscire o si avvicinava ringhiava. Nella primavera di quest’anno ci siamo avvicinati al Parco giochi a 6 zampe con l’intento di trovare aiuto nella gestione di Pepe perché ormai in casa si respirava terrore, paura e tensione quando lui era dentro; a tal punto da essere “separati in casa” poiché lui rimaneva in giardino e io in casa e viceversa, proprio per evitare il contrasto. Quando abbiamo conosciuto Antonio, per noi è stato l’inizio di un percorso tutto in salita. Pepe si è recato un paio di volte al campo con mio marito. Ad ottobre invece abbiamo iniziato un vero lavoro che ci ha richiesto molto impegno però ne è valsa la pena. Da metà ottobre grazie all’aiuto, anzi soprattutto con il suo aiuto, Antonio ci ha permesso di “leggere” tutti i messaggi non verbali che Pepe ci mandava e di lavorare sulla comunicazione. Premesso che la comunicazione è il mio pane quotidiano per la professione che svolgo, in questo ultimo mese Pepe è stato lo stimolo di riflessione su molti punti ma uno in particolar modo: la comunicazione. Potrà sembrare banale o sciocco quello che andrò a scrivere ,ma è ciò che alla nostra famiglia è accaduto. Pepe comunicava con noi attraverso il suo comportamento (ringhio, morsi, pipì, popò) ma l’interpretazione che ne davamo era molto negativa. Per noi Pepe era cattivo, dispettoso, maldestro a tal punto di pensare di regalarlo a qualche altra famiglia più adatta a lui e magari (nel ns. immaginario era viva questa idea) che abitasse su uno spazio ampio dove lui poteva correre e “sfogarsi” di più rispetto al ns, appartamento. Dopo il primo incontro che abbiamo fatto con Antonio, attraverso i giochi che ci aveva proposto, abbiamo imparato a fidarci di Pepe: gli davamo biscottini dalle ns. mani! A casa abbiamo continuato questo lavoro per tutta la settimana e all’incontro successivo il lavoro era sul versante tattile: la carezza! Antonio ci ha insegnato ad accarezzare Pepe con la mano aperta e alle bambine ha fatto sentire la diversità delle carezza che una mamma può dare al proprio figlio. Pensare che queste cose le porto ogni giorno con me e con le persone con le quali lavoro, ma oggi mi sono resa conto che tra l’uomo e il cane c’è comunicazione! Ovviamente comunicazione non verbale ma pura comunicazione! La comunicazione non verbale è ancora più limpida di quella verbale perché non ha molte interpretazioni e soggettivizzazioni. Antonio ci ha fatto notare che Pepe è disorientato in tutto ciò che proviene dall’alto e se penso ai bambini e all’autorità del genitore che viene posta mettendosi nella postura retta….. Il tono di voce per Pepe è molto importante: un tono sostenuto, aggressivo, lo mette in difficoltà a tal punto di cercare rifugio sotto di me; e i bambini cosa fanno quando la mamma o il papà alza la voce? Ora in famiglia (e Pepe me lo può permettere anche a me senza essere professionista anche a casa!) siamo tutti più osservatori!!!!!e anche ci soffermiamo a riflettere e a discutere; portando così un beneficio che va oltre a lui perché il ns. amico a 4 zampe per noi è la palestra in cui poter dialogare e osservare. Per me in primis e poi per tutta la mia famiglia, questo è stato un periodo di grande riscoperta reciproca con il ns. amico pelosino in cui ora Pepe riesce a rilassarsi e anche noi con lui; quando lo chiamiamo ci corre incontro, se qualcosa non va o se l’equilibrio viene disturbato ce lo fa capire subito lasciandoci la disponibilità sua per riprendere in mano la relazione esclusiva che ogni membro della ns. famiglia ha con lui! Oggi Gaia e Giulia vanno in passeggiata con Pepe senza museruola, prima non accadeva mai; Pepe si riposa sul divano con loro, giocano insieme e soprattutto si coccolano e si cercano in tutta la naturalezza che ci caratterizza senza forzature e senza toni duri. Se penso al lavoro che abbiamo fatto e che facciamo, le energie impiegate sono veramente tante da parte di tutti, ma le soddisfazioni sono ancora di più!!!!!! Ogni momento è unico per ricominciare a dialogare! E come una mamma non da ad un’altra mamma il proprio bimbo capriccioso, Pepe rimarrà con noi!"
Quanto possiamo imparare dagli animali!
ANGELI CON LA CODA
https://www.facebook.com/groups/112899035430898/
Condivido questa toccante testimonianza.
"LA STORIA DEL NOSTRO PEPE!!!!!
Pepe è arrivato a casa nostra a marzo 2009 e aveva appena due mesi perché era nato il 4 gennaio! era arrivato come regalo per il 3°compleanno di Gaia, mentre Giulia aveva solo 1 anno. Era un battufolino dal musetto simile ad un orsetto; dormiva tutto il giorno e se ne stava sotto della mucca a dondolo delle bambine. A man mano che cresceva pepe diventava sempre più birichino: rosicchiava sedie, tavolo, faceva suoi bisogni dentro casa. Dopo 4 anni di convivenza con lui e in cui le difficoltà crescevano perché Pepe mi impossessava con il fatto che sono costretta ad usare la sedia a rotelle e per il nostro cucciolo a 4 zampe diventava il suo rifugio preferito come pure sotto il letto. Pepe mi teneva in scacco ogni volta che si metteva sotto la carrozzina perché non potevo muovermi e se qualcuno lo chiamava per farlo uscire o si avvicinava ringhiava. Nella primavera di quest’anno ci siamo avvicinati al Parco giochi a 6 zampe con l’intento di trovare aiuto nella gestione di Pepe perché ormai in casa si respirava terrore, paura e tensione quando lui era dentro; a tal punto da essere “separati in casa” poiché lui rimaneva in giardino e io in casa e viceversa, proprio per evitare il contrasto. Quando abbiamo conosciuto Antonio, per noi è stato l’inizio di un percorso tutto in salita. Pepe si è recato un paio di volte al campo con mio marito. Ad ottobre invece abbiamo iniziato un vero lavoro che ci ha richiesto molto impegno però ne è valsa la pena. Da metà ottobre grazie all’aiuto, anzi soprattutto con il suo aiuto, Antonio ci ha permesso di “leggere” tutti i messaggi non verbali che Pepe ci mandava e di lavorare sulla comunicazione. Premesso che la comunicazione è il mio pane quotidiano per la professione che svolgo, in questo ultimo mese Pepe è stato lo stimolo di riflessione su molti punti ma uno in particolar modo: la comunicazione. Potrà sembrare banale o sciocco quello che andrò a scrivere ,ma è ciò che alla nostra famiglia è accaduto. Pepe comunicava con noi attraverso il suo comportamento (ringhio, morsi, pipì, popò) ma l’interpretazione che ne davamo era molto negativa. Per noi Pepe era cattivo, dispettoso, maldestro a tal punto di pensare di regalarlo a qualche altra famiglia più adatta a lui e magari (nel ns. immaginario era viva questa idea) che abitasse su uno spazio ampio dove lui poteva correre e “sfogarsi” di più rispetto al ns, appartamento. Dopo il primo incontro che abbiamo fatto con Antonio, attraverso i giochi che ci aveva proposto, abbiamo imparato a fidarci di Pepe: gli davamo biscottini dalle ns. mani! A casa abbiamo continuato questo lavoro per tutta la settimana e all’incontro successivo il lavoro era sul versante tattile: la carezza! Antonio ci ha insegnato ad accarezzare Pepe con la mano aperta e alle bambine ha fatto sentire la diversità delle carezza che una mamma può dare al proprio figlio. Pensare che queste cose le porto ogni giorno con me e con le persone con le quali lavoro, ma oggi mi sono resa conto che tra l’uomo e il cane c’è comunicazione! Ovviamente comunicazione non verbale ma pura comunicazione! La comunicazione non verbale è ancora più limpida di quella verbale perché non ha molte interpretazioni e soggettivizzazioni. Antonio ci ha fatto notare che Pepe è disorientato in tutto ciò che proviene dall’alto e se penso ai bambini e all’autorità del genitore che viene posta mettendosi nella postura retta….. Il tono di voce per Pepe è molto importante: un tono sostenuto, aggressivo, lo mette in difficoltà a tal punto di cercare rifugio sotto di me; e i bambini cosa fanno quando la mamma o il papà alza la voce? Ora in famiglia (e Pepe me lo può permettere anche a me senza essere professionista anche a casa!) siamo tutti più osservatori!!!!!e anche ci soffermiamo a riflettere e a discutere; portando così un beneficio che va oltre a lui perché il ns. amico a 4 zampe per noi è la palestra in cui poter dialogare e osservare. Per me in primis e poi per tutta la mia famiglia, questo è stato un periodo di grande riscoperta reciproca con il ns. amico pelosino in cui ora Pepe riesce a rilassarsi e anche noi con lui; quando lo chiamiamo ci corre incontro, se qualcosa non va o se l’equilibrio viene disturbato ce lo fa capire subito lasciandoci la disponibilità sua per riprendere in mano la relazione esclusiva che ogni membro della ns. famiglia ha con lui! Oggi Gaia e Giulia vanno in passeggiata con Pepe senza museruola, prima non accadeva mai; Pepe si riposa sul divano con loro, giocano insieme e soprattutto si coccolano e si cercano in tutta la naturalezza che ci caratterizza senza forzature e senza toni duri. Se penso al lavoro che abbiamo fatto e che facciamo, le energie impiegate sono veramente tante da parte di tutti, ma le soddisfazioni sono ancora di più!!!!!! Ogni momento è unico per ricominciare a dialogare! E come una mamma non da ad un’altra mamma il proprio bimbo capriccioso, Pepe rimarrà con noi!"
Quanto possiamo imparare dagli animali!
domenica 3 novembre 2013
Terra di Tutti di sonia vigna
Andando a fare una passeggiata la Stella incontrò uno strano
pianeta.Era ovale e se ne stava tranquillo.Girava attorno al suo Sole con un’orbita inusuale cosicché
una parte era sempre alla luce e l’altra sempre al buio.
I suoi abitanti si dividevano in bianchi e neri,
rigorosamente separati tra loro da un deserto che divideva le due Terre.Erano tutti assolutamente contrari a mescolarsi perché era convinzione comune che chi venisse da una terra non potesse adattarsi all’altra. Vivere alla luce per chi era abituato al buio sarebbe stato impensabile, e vivere al buio per chi era abituato alla luce era considerata una follia.
Gli abitanti della Terra della Luce erano sempre in movimento, non si fermavano mai a riposarsi se non per pochi minuti. I campi erano bruciati dal Sole e gli abitanti avevano poco cibo, appena sufficiente per sopravvivere. Sembrava avessero qualcuno che gli corresse dietro e disprezzavano gli abitanti della Terra del Buio che, invece, si muovevano pochissimo e riposavano molto, i loro campi erano spogli e avevano lo stretto necessario per sopravvivere e provavano lo stesso disprezzo per la frenesia degli abitanti della Terra della Luce. >>>>
mercoledì 30 ottobre 2013
Lentamente muore di Martha Medeiros
Lentamente
muore
chi diventa schiavo
dell'abitudine,
ripetendo ogni
giorno
gli stessi
percorsi,
chi non cambia la
marcia,
chi non rischia e cambia colore
dei vestiti,
chi non parla a chi non
conosce.
Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul
bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto
che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli
occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso
,
quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il
tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per
l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se
stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor
proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria
sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di
iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non
conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa
che conosce.
Evitiamo la morte a piccole
dosi
ricordando sempre che essere
vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del
semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al
raggiungimento
di una splendida felicità
lunedì 28 ottobre 2013
Sulla Piana del Cansiglio Domenica 3 novembre 2013
Domenica 3 Novembre, passeggiata in Cansiglio. Ritrovo in localita' Crosetta alle 9.30. Per chi parte da Conegliano alle 8.30 ritrovo sotto lo studio Kinesis in via san Giuseppe 38g. Escursione facile, momenti di lettura con le "Voci in Viaggio", visita al bus de la lun e al villaggio cimbro di Vallorch. Pranzo al sacco in piana presso il rifugio Sant'Osvaldo. Abbigliamento adatto per la quota e scarpe di ricambio per il probabile fango.
Per info Franz 3472529274.
Ci saranno gli amici dello Smile di Albignasego con la maestra Mariagrazia Pastore e il gruppo di Eraclea dell'istruttore Sandro Marigonda. Vi aspettiamo numerosi. Rientro previsto nel primo pomeriggio.
giovedì 17 ottobre 2013
Una fiaba al giorno.....
Il folletto lunatico
A Malga Zirago ci abitava un folletto lunatico. Era simpatico, allegro e furbo, ma quando aveva la luna storta… Allora bisognava stargli davvero lontano, perché faceva i dispetti a tutti.
Si aggrappava alle ruote dei carri e li bloccava su per la strada in salita, mentre i poveri cavalli sudavano a più non posso per trascinare il carro; buttava all’aria i covoni sui campi; spaventava le pecore con urli e fischi, gettando pietre dall’alto dei monti sui pascoli dove esse pascolavano. Era quel che si dice insopportabile! E se qualcuno gli correva dietro per prenderlo, veloce come il fulmine egli riusciva a fuggire nascondendosi nell’anfratto di una roccia.
Così nessuno riusciva ad acchiapparlo mai.
Per fargli cambiare questa brutta abitudine di fare i dispetti, alcuni contadini un giorno lo catturarono mentre dormiva e lo picchiarono di santa ragione, ma così non fecero che peggiorare la situazione, perché il folletto ora tirava pietre a destra e a sinistra, colpendo tutti quelli che passavano.
I contadini del paese e i pastori della malga erano esasperati. Era davvero impossibile vivere tranquilli lassù!
Un giorno la malgara, stufa di questa situazione, decise di andare a chiedere consiglio ad una vecchina, che abitava in cima alla montagna.
La vecchina, che era una maga, disse: “Provate a mettergli in testa mentre dorme un berretto tessuto con i raggi di luna!”
Allora in una notte di luna piena la contadina andò sul balcone di casa a tessere i raggi di luna. Con questi confezionò un bel berrettino e poi andó a cercare il folletto. Lo trovó che dormiva sopra un sasso vicino al ruscello. Gli si avvicinò piano e riuscì a mettergli il berrettino in testa senza che lui si svegliasse. Il giorno dopo il folletto era cambiato da così a così! Ora era diventato mite e dolce come un agnellino!
Il berrettino invisibile fatto di raggi di luna gli aveva cambiato la luna, da storta in buona. Non potete immaginare il sollievo di pastori e contadini, che da quel giorno ebbero finalmente la loro pace!
E ogni volta che al folletto tornava la luna storta, la contadina di notte tesseva un nuovo berrettino di raggi di luna e glielo metteva in testa di nascosto mentre lui dormiva.
M. Paola Asson. Liberamente ispirato a “Il folletto di Malga Zirago”, in “Le più belle leggende dell’Alto Adige”, L. Merci, Manfrini, pag. 48
mercoledì 16 ottobre 2013
L'Ander de le Mate di Toio De Savorgnani
Appena sotto forcella Palantina, però tanto ben nascosta da
risultare quasi invisibile, si trova un'ampia grotta dal fondo accidentato però
percorribile,detta l'Ander de le Mate.
Ma che cosa significa “Mate”? Difficile che rievochi il ricordo di alcune donne uscite di senno mentre non si può del tutto escludere che, trattandosi di una cavità, fosse associata al principio della femminilità per cui uno dei nomi antichi, ma non il più antico, fosse Ander de la Mater oppure il nome potrebbe derivare dall'uso di ricoverarci le pecore. Di sicuro bisogna tornare molto indietro nel tempo, anche di migliaia d'anni.
E' uno dei posti più misteriosi del Cansiglio e più carichi
di energia. Infatti ad andarci e a mettersi in ascolto è quasi impossibile non
sentirsi invadere da sottili inquietudini, inspiegabili paure e, a volte,
violenti brividi. Energie positive o negative? Difficile dare una risposta
univoca.
Sembra di percepire delle presenze, come se qualcuno o qualcosa ancora abitasse l'antro. Questo può accadere agli animi più sensibili ed aperti. Tutto logico, fin troppo. La Palantina è un valico, da sempre un importante luogo di passaggio, con un esile sentiero che arriva da sud, dalla parte della pianura, la cosiddetta “furlana”. Sentiero che piega verso ovest e in pochi minuti fa giungere olla forcella dalla quale si vedono sia il Pian Cansiglio che i monti Pizzoc e Millifret. Poche centinaia di metri più a valle dell'antro si trova una lama, quindi una preziosa ed inaspettata riserva d'acqua, lassù a 1600 metri di quota, in zona intensamente carsica. Buona per gli uomini ma anche per gli animali, che qui venivano a bere diventando prede di antichi cacciatori.
Per molti motivi un valico non è luogo da abitare. Questa
cognizione era più che ovvia per i nostri progenitori ma è una delle tante
conoscenze che si sono perse, qui da noi, da chissà quanto tempo, invece in
aspre e lontanissime montagne nessun umano normale costruirebbe la propria casa
in cima ad un passo, poiché in quella zona di separazione ma anche di
collegamento tra due valli vi è la dimora di demoni e spiriti della Natura,
entità comunque da temere e alle quali è opportuno rivolgersi solo in caso di
necessità, meglio se non direttamente bensì attraverso le pratiche di
professionisti del rapporto con l'invisibile, cioè monaci, sciamani, maghi ed
eremiti.
Così, forse, tornando indietro nel tempo di migliaia e migliaia d'anni, l'Ander de le Mate svolgeva una funzione ben precisa, quando piccoli gruppi di cacciatori nomadi si spostavano in cerca di animali da predare. Non conoscevano ancora l'agricoltura o forse la montagna era il luogo in cui rifugiarsi per sfuggire dalle pianure paludose e malariche, sopportabili solo in inverno quando, su in alto, boschi e crode erano coperti di neve e resi sterili dal gelo. A primavera le tribù, i clan, le famiglie, prima sostavano in collina e poi, quando le prede cominciavano ad essere più rare poiché migravano verso l'alto, anche loro salivano verso i boschi freschi e verso la piana dei Cansiglio nascosta al loro interno, e forse proseguivano verso i gruppi dolomitici più a nord. Oppure, se il Piave costituiva una invalicabile barriera, si sparpagliavano sui vari rilievi alla sua sinistra orografica.
Già allora i valichi erano temuti poiché ritenuti la dimora
di spiriti irascibili a cui dover rendere omaggio, porgendo offerte per non
venir puniti o danneggiati, spiriti in grado di scatenare la bufera e provocare
frane mortali, se offesi, o di comparire sotto forma di animali pericolosi
contro i quali a nulla valevano frecce o lance. Ecco da dove deriva quel senso
di inquietudine e disagio che anche noi moderni, che ci riteniamo emancipati
dalle ancestrali paure dei primitivi, proviamo a volte in questi luoghi
particolari e selvaggi.
E' per questo che sui valichi sono quasi sempre posti segni di religiosità quali croci, capitelli e cappelle, o almeno quelle piccole piramidi di sasso dette “ometti”, alle quali ogni viandante consapevole aggiunge un ciottolo quale richiesta di protezione e resa di omaggio al mistero.
L'Ander de le Mate era una tappa obbligata ma non per
passarci la notte, bensì per recarsi in visita agli stregoni che vi abitavano,
un piccolo gruppo di sciamani, uomini e donne, che conoscevano il segreto
dell'accensione del fuoco e ne insegnavano la conservazione, che sapevano vedere
le malattie dentro il corpo, scacciavano gli spiriti parassiti, curavano con
erbe, minerali, cristalli e terre, sapevano indicare il luogo esatto e il
momento in cui sarebbero comparsi gli animali da cacciare.
Gente strana, diversa da tutti gli altri, che si passava i segreti del mestiere di generazione in generazione. Gli antichi cacciatori non avevano il coraggio di dormire all'Ander, se ne guardavano bene, ma si accampavano per la notte un po' più in basso, da qualche parte sul Torrion. Di passaggio all'Ander, alle prime luci dell'alba andavano ad incontrare stregoni e stregonesse (che fossero loro le Mate o Mater o almeno le lontane antenate, in tempi più recenti chiamate streghe?), chiedevano consigli e previsioni per le cacce o sull'andamento della stagione, chi ne aveva bisogno si faceva curare e riceveva sacchetti di pelle con miscele di erbe o scuri impasti di resine o amuleti.
A volte venivano officiati drammatici riti di esorcismo che
però potevano concludersi anche con la morte dell'esorcizzato, quando gli
spiriti erano troppo potenti e non accettavano di perdere la loro vittima, ma in
quei casi correvano grossi rischi anche gli sciamani che potevano impazzire o
smarrire la loro anima nelle Terre Intermedie, dette per questo ancor'oggi “i
cimiteri degli stregoni”.
Sembra che fossero casi relativamente frequenti. Quello della magia è sempre stato un mestiere pericoloso. Abbandonato l'Ander i piccoli gruppi si dirigevano verso la piana del Cansiglio, dove giungevano prima di notte, in tempo per allestire l'accampamento.
Non è da escludere a priori che i primitivi maghi dell'Ander
si siano in qualche modo fatti da loro stessi la strana grotta, infatti sono
troppe le coincidenze da non risultare almeno sospette: la grande grotta è
situata appena sotto il valico per proteggersi dal vento, ampia ma con il fondo
in discesa verso l'interno per ripararsi alla vista di chi arrivava, un
cocuzzolo roccioso opportunamente modellato proprio davanti per vedere senza
essere visti, per organizzare una efficace difesa in caso di attacco o anche
solo per controllare la presenza degli animali in abbeverata alla vicina lama.
Ma l'elemento distintivo, più che evidente a chi sa interpretare questi segni e tale da levare quasi ogni dubbio, è quel grosso foro sulla volta all'estrema sinistra per chi entra. E' semplicemente un camino, apparentemente un cedimento naturale ad opera dell'erosione carsica, ma messo proprio nel punto giusto. Troppo giusto per essere casuale.
Di questi terribili poteri sembra che si sia persa ogni
traccia e memoria, invece le lontane montagne dell'Himalaya sono disseminate di
grotte di questo genere, risultato delle capacità acquisite con la meditazione,
le privazioni, le iniziazioni e la spersonalizzazione: solo chi sa rompere,
allora come ora, la dura scorza dell'egoismo personale e dell'io individuale
riceve in premio la possibilità di accedere all'infinita riserva dell'energia
universale per cui tutto diventa possibile. Anche il ricavarsi una dimora dalla
dura roccia.
Un altro luogo da stregoni e non da “normali” era il Bus
de la Lum, che è troppo grande e troppo pauroso per non essere temuto. Una
tale voragine doveva per forza essere considerata una specie di porta, accesso
diretto alle oscure profondità della terra, attraverso la quale uscivano energie
sotterranee e potenti. Quindi un luogo da sciamani che qui evocavano le forze
telluriche, le assoggettavano al proprio volere e le dirigevano verso i
risultati richiesti: far piovere se il periodo era secco o far cessare la
pioggia se impediva la caccia, far fuggire spiriti maligni e parassiti, invocare
la protezione delle molte divinità benefiche e protettrici. Infatti attorno al
grande occhio di tenebra si stanno trovando molti segni di quelle antiche
presenze.
Anche il Bus de la Lum è poi legato alle presenze femminili e all'acqua, essendo considerato la dimora delle Anduane ed una delle vie più importanti attraverso la quale l'acqua della pioggia che cade sull'altipiano del Cansiglio va ad alimentare le risorgive della pedemontana e sopratutto della Livenza.
E a proposito della Livenza (l'acqua è sempre femminile...)
avete mai notato che questo fiume si origina da due risorgive diverse che
sembrano rappresentare i due fondamentali elementi della Natura? La Santissima è
ovviamente femminile e il culto della Madonna ha sostituito quello di antiche
Dee, mentre il Gorgazzo, un po' equivoco anche nell'assonanza del nome, è di
segno sicuramente maschile e la religiosità popolare, infallibile nella sua
intuitività, ha posto un Cristo subacqueo, cioè una divinità maschile,
all'uscita del pauroso antro sommerso.
Ma gli antichi culti legati all'acqua delle risorgive e ai riti della fertilità erano durati per migliaia di anni. Sembra che questi luoghi fossero notissimi con continui e periodici pellegrinaggi perfino dalle attuali Austria e Slovenia e non solo da tutta la Carnia. I nostri progenitori venivano a queste sacre sorgenti per bagnarvisi, uomini e donne insieme allo scopo di mescolare le energie di diversa polarità. Addirittura si accoppiavano in acqua per vincere la sterilità o per mettere al mondo figli benedetti dalle protettrici delle fonti, le Aganis che forse, attraverso l'acqua, trasmettevano ai nascituri un po' della loro divinità. Oppure era semplicemente un modo per ritualizzare l'atto sessuale, praticandolo in luoghi di intensa e commovente bellezza, tra acque cristalline, salici, alti alberi e fiori di tutti i tipi.
Ma dopo tempi immemorabili in cui si faceva cosi, ad un
tratto arrivò una nuova religione che aveva per simbolo un uomo trafitto e
moribondo su una croce la quale, a parole, era simbolo d'amore e di redenzione
ma si trasformava troppo presto in una spada che giustiziava chi non si
sottometteva alle nuove regole. Cosi i corpi furono obbligatoriamente coperti da
vestiti, per nascondere le forme e non per difendersi dal freddo; l'amore fisico
divenne peccato. Le belle e provocanti Aganis, custodi delle acque e della
fertilità, divennero Paganis, creature malefiche che inducevano alla perdizione,
oppure streghe orrende, a volte antropofaghe con particolare predilezione per i
bambini, cioè l'esatto opposto della loro reale natura.
Nonostante tutti i tentativi messi in atto dalle autorità
ecclesiastiche, il culto dell'acqua continuò fino ben oltre il Medioevo.
Tentarono di costruire una chiesa, dedicandola alla Madonna, proprio sulle
risorgive, ma il risultato fu che gli accoppiamenti per ottenere la fertilità
erano praticati, ovviamente di nascosto, anche dentro il tempio. Allora si tentò
di cambiare il tipo di devozione, per cui la chiesa fu destinata non più a Maria
ma alla Santissima Trinità, da cui il nome annuale di quelle risorgive, levando
ogni riferimento all'elemento femminile, poiché composta dal Padre, dal Figlio e
da una asessuata colomba, simbolo dello Spirito Santo.
Ma il volgo ignorante continuava a considerarlo luogo dove venire a svolgere i soliti riti impudichi e cosi, ancora a metà cinquecento, era pratica usuale, cosi come annotava scandalizzato il sacerdote Narcisso da Prampero, che era uso appendere dentro la chiesa richieste di grazia o ex voto in forma di “...membri genitali fatti d'argento...”. Allora fu costruito un convento di frati francescani con il compito di vigilare affinché non si profanassero quei luoghi benedetti con atti sessuali sacrileghi dentro la chiesa o nelle risorgive. Sembra però che quei poveri frati, sottoposti a continue e frequentissime tentazioni della visione di corpi nudi in accoppiamento, cedessero con inconcepibile facilità. Cosi l'organico del monastero era sottoposto a continue sostituzioni e alla fine tutti i frati furono allontanati e il sacro edificio abbandonato.
Forse le stesse Aganis, parenti strette dell'Anduane del
Bus de la lum, assumevano le sembianze di giovani donne che si bagnavano
nude nelle fonti davanti al monastero per tentare i poveri frati. Chissà...
| |
Tratto da Cansiglio Nostra Signora. Storie dell'antica Foresta, dell'arido Altopiano, dell'alta Cima e di altri Monti Analoghi | |
Toio de Savorgnani
|
mercoledì 9 ottobre 2013
Le Rose di ottobre
Questo il delicato commento al viaggio fatto domenica scorsa con le Voci in Viaggio.
Non finisce qui, anzi questa è la partenza per altre mete, altri sogni da raggiungere.
Pensiamo di andare oltre.
Ci sono altre rose da raccontare vicino ad Arezzo e ad Assisi. Mete da raggiungere nella prossima primavera. Maggio 2014 è tempo di pensarci. "ieri è stato il mio secondo viaggio con le voci in viaggio ed è stata una giornata quasi perfetta...villa da schio è veramente bella e il suo proprietario ci ha accompagnato con vero amore attraverso il suo giardino e le sue stanze e le sue cantine...ci ha fatto assaggiare il suo vino che ha scaldato i cuori e rallegrato gli animi. A me piace molto l'autunno e la pioggia di ieri e quella nebbiolin...a leggera che avvolgeva le cose rendeva tutto immensamente romantico!!!! Nel pomeriggio al vivaio "la campanella" abbiamo messo in scena la nostra performance leggendo storie di rose (il fiore più bello), giocando col pubblico, cantando e ballando....anche una cavalletta si è unita a noi perché ha capito al volo quanto siamo fiche!!!!! Spero che molti nel tempo avranno modo di seguirci e conoscerci perché siamo un bel gruppo di persone sicuramente diverse tra loro ma unite da un filo sottile (e neanche troppo) di voglia di giocare con la nostra anima profonda e magica....un abbraccio a Rosanna Roberta Anna Sonia Giulia G. e Giulia B. Antonella Silvia Simone e Orietta e a tutti gli amici che ci hanno seguito a voluto bene!!!!:)"
venerdì 27 settembre 2013
In Viaggio con Le Voci in Viaggio!
Eccoci con un'altra proposta di Viaggio con ...le Voci in Viaggio.
Abbiamo sempre piacere di condividere quanto facciamo con i nostri amici e con quelli che lo vorranno diventare.
Andremo nei Colli Euganei, in un luogo dove i confini di tre provincie si toccano: Vivenza, Padova e Verona.
Al mattino visiteremo Villa Da Schio a Costozza (VI)
e nel pomeriggio Il Vivaio La Campanella a Cervarese Santa Croce (PD)
con visita dello stesso ed evento delle Voci in Viaggio "Storie di Rose".
Rientreremo per la serata.
Vi aspettiamo!
Antonella
338/41.49.485
giovedì 19 settembre 2013
Tra il Dire e il Fare ci sta di mezzo il ...Sognare!
Credo sia noto a tutti il detto "Tra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare" per puntualizzare il senso di responsabilità che la persona deve tener presente mentre dice, afferma una cosa, un percorso, una scelta che vuol fare.
A me piace il mare.
Quando conduco dei laboratori o mi ritrovo con alcuni amici, uno dei giochi che mi piace fare è quello di immaginare, sognare, di essere tutti insieme su una zattera che galleggia sul mare aperto.
La responsabilità di ciascuno fin dal primo momento è quella di contribuire per fare in modo che la zattera non si rovesci.
Ci vuole senso di equilibrio legato al senso di distribuzione del peso sulla superficie della zattera.
Ci vuole lavoro di squadra. Solo collaborando si riesce a trovare l'equilibrio.
Inizialmente il mare è calmo e il sole ci scalda gentilmente.Si viaggia bene. Qualcuno canta. Qualcuno ride. Qualcuno pensa.
Arriva la notte.
Da lontano si vede un temporale che avanza.
Il mare si increspa e le onde piano, piano si fanno sempre più alte.
L'equilibrio in questa situazione si fa sempre più fragile.
Dobbiamo stare più attenti.
Dobbiamo stare più uniti.
Dobbiamo usare più forza per resistere.
Dobbiamo ascoltare le difficoltà di ognuno e sopperire alla forza di chi ha un momento di sconforto, ha un calo di energia.
Finalmente il temporale passa. Il mare torna calmo. L'equilibrio si può tenere anche se siamo stanchi.
Ci raccontiamo le paure, le difficoltà.
Ci raccontiamo che solo con la forza di volontà e l'energia di tutti abbiamo attraversato indenni la tempesta.
E mentre ci raccontiamo, lontano scorgiamo... Terra.
A me piace il mare.
A me piace sognare.
A me piace dire che tra il dire e il fare ci sta di mezzo il ...
...Sognare!
Buon viaggio.
mercoledì 11 settembre 2013
Violenza Sulle Donne | Storie Fuori Fuoco | PPaoloVideo
Storie di fuoco da un fuori fuoco.
Il nuovo viaggio delle Voci nel mondo femminile. Una femminiltà travisata, svilita, stracciata, zittita.
Ci stiamo interrogando. Stiamo cercando. Viaggiamo Nel Mondo alla ricerca di perché, alla ricerca di risposte, alla ricerca di se stessi.
Per ora...silenzio e ascolta.
Anche il tuo Cuore.
giovedì 5 settembre 2013
Maria Callas - Puccini - O mio babbino caro
Storie di faide tra famiglie più o meno facoltose.La supplica amorevole di una figlia verso il padre. Storia di un Amore che supera le miserie umane.
Da ascoltare con cura.
Da guardare sui volti degli artisti l'emozione suscitata da un autore, Puccini che a distanza di anni riesce a trasmetterci le parole che arrivano dal cuore, i segnali dell'animo umano.
Amorevolezza allo stato puro.
Buona visione.
Aria "O mio Babbino caro" dall'opera "Gianni Schicchi" di Giacomo Puccini.
http://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Schicchi
lunedì 2 settembre 2013
Ballata delle donne
Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
-- Edoardo Sanguineti
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
-- Edoardo Sanguineti
martedì 27 agosto 2013
Rosa Rosae (F. de Gregori)
Rosa che rosa non sei, rosa che spine non hai.
Rosa che spine non temi, che piangi e che tremi, che vivi e che sai.
Rosa che non mi appartieni, che sfiori, che vieni, che vieni, che vai.
Rosa che rose non vuoi, rosa che sonno non hai.
Rosa di tutta la notte, che tutta la notte non basterà mai.
Rosa che non mi convieni, che prendi e che tieni, che prendi e che dai.
Rosa che dormi al mattino e venirti vicino non oso.
Rosa che insegni il cammino alla sposa e allo sposo.
Rosa d'amore padrona, punisci e perdona, non chiuderti mai.
Rosa d'amore signora, digiuna e divora, non perdermi mai.
Rosa che spine non temi, che piangi e che tremi, che vivi e che sai.
Rosa che non mi appartieni, che sfiori, che vieni, che vieni, che vai.
Rosa che rose non vuoi, rosa che sonno non hai.
Rosa di tutta la notte, che tutta la notte non basterà mai.
Rosa che non mi convieni, che prendi e che tieni, che prendi e che dai.
Rosa che dormi al mattino e venirti vicino non oso.
Rosa che insegni il cammino alla sposa e allo sposo.
Rosa d'amore padrona, punisci e perdona, non chiuderti mai.
Rosa d'amore signora, digiuna e divora, non perdermi mai.
il punto interrogativo
C'era una volta un punto
interrogativo, un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.
Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.
Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.
(Gianni Rodari)
interrogativo, un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.
Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.
Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.
(Gianni Rodari)
sabato 24 agosto 2013
Le farfalle del Monte Ortigara
Le farfalle sul Monte Ortigara sono nere.
Ovvero, hanno lo stesso colore dei residui bellici arrugginiti che ancora si trovano sul quel
campo di battaglia.
Salendo i sentieri che portano alla cima
del monte sei sempre accompagnato dal loro volo.
Leggere, silenziose si lasciano
trasportare dal vento sopra i sassi bianchi accentuando così il loro colore.
Un tocco di eleganza e di gentilezza su
un luogo carsico teatro di un sacrificio assurdo.
Una carezza silenziosa e rispettosa sugli
spiriti dei caduti.
Un palcoscenico da cui tuona la frase “Grazie
al sacrificio di questi giovani l’Italia è divenuta una terra libera!”
L’ho studiato a scuola, l’ho ripetuto
pure io, ma oggi mi sento di dire “Libera da chi? Libera da cosa?”.
Come posso avere il coraggio e l’orgoglio
di ripetere una frase così ad affermare
che un atto di violenza è un atto che porta libertà?
I ragazzi che sono andati in guerra sono
stati costretti ad andarci. Costretti dai giochi politici e dalla sete di
potere di pochi. Gli stessi pochi che con tanta leggerezza li hanno
scaraventati addosso ad altri che come
loro sono stati costretti ad arruolarsi e a morire per lo stesso motivo.
Echi che ritornano ai giorni nostri per
ripetere la necessità di una rivoluzione che resetti tutto e faccia partire
tutto da capo.
C’è chi reclama, urla la necessità di un atto
di violenza per uscire dalla cosiddetta “crisi”
che chiaramente espone l’ incapacità di assumersi le proprie responsabilità, la
paura del cambiamento, la necessità di condividere le proprie esperienze, di
parlare nuove lingue, di aprirsi al diverso da noi e accoglierlo come
ricchezza.
Le urla si alzano dagli stadi, dai
parcheggi dei supermercati, dalle code ai caselli, dai cancelli delle fabbriche
e dimostrano tutto il nostro rifiuti di
fronte all’evidente, alla vera necessità: uscire e smontare un sistema che ci
rende schiavi dall’epoca della prima guerra mondiale.
Sì, questa è la vera libertà che dobbiamo
costruire. Con leggerezza. Respirando profondamente. In silenzio dentro deve
maturare una, La scelta di libertà.
Le farfalle non parlano. Le farfalle ricordano.
Ci ricordano.
martedì 20 agosto 2013
Un viaggio lungo una vita
E' possibile che due giorni di vacanza percorrano una vita intera? Sì! Sono appena rientrata da un'esperienza di tale immensità. Una vacanza nata quasi per caso e divenuta lieta prosecuzione di una vacanza alternativa.
Due giorni intensi di sole, di bagni di colore, di gioie e dolori condivisi, di profumi e sapori vissuti insieme a chi li ha offerti con il cuore.
Rimane il gusto di aver capito che non è quanto vediamo durante un viaggio, ma con chi condividiamo il Viaggio. Resta la gioia e la gratitudine di aver vissuto una parte della propria vita con chi sa aprire il proprio cuore senza vergogna, senza pregiudizio, senza aspettative. Resta la gratitudine verso il creato che ha fatto da cornice ai respiri intensi e profondi.
Resta la riscoperta di un viaggio lungo una vita.
mercoledì 14 agosto 2013
Questione di Diversità
Oltre i vetri il paesaggio è rigato da gocce che scendono copiose e lavano la polvere delle giornate scorse.
Dentro la stanza, sbadigli aspettando il turno nel gioco a carte.
La gente entra ed esce per capire se smette, se può organizzarsi la giornata, se può sperare di riprendere la routine della settimana al mare.
Come sottofondo il brusio della TV sintonizzata sui cartoni che catalizza i più piccoli e li porta nel loro mondo preferito, lontano dal rumore delle chiacchiere dei grandi che cercano di ingannare il tempo prima dell'ora di pranzo.
Il tempo si dilata fino a non scorrere più. Questa è la sensazione. Sensazione fastidiosa.
E a vedere gli spostamenti, gli sguardi e a sentire il rumore all'interno delle stanze e il lavorio dei pensieri che lasciano sui volti segni di nervosismo si comprende la difficoltà nel gestire l'imprevisto. Siamo così abituati, per non dire incastrati, nel nostro modo di vivere organizzato, soleggiato, misurato, pulito, bianco o nero, pieno di cose da fare, tanto che quando arriva la pioggia tutto diventa grigio, odioso, nervoso fin quasi all'insostenibile.
Eppure abbiamo ombrelli, giacche a vento, un posto in cui ripararci e vestiti con cui cambiarci una volta bagnati.
Eppure della pioggia ci piace l'odore, il rumore...
La pioggia ha lavato via la polvere delle giornate scorse.
La pioggia lava via la polvere...
Potremmo provare a far lavar via dalla pioggia la polvere lasciata dalle nostre abitudini per vivere diversamente? Almeno quando piove.
Già, è questione di Diversità. Sempre di diversità.
domenica 11 agosto 2013
Dal Sole al Cuore
Finalmente al mare! Desidero, attendo di anno in anno questo momento. Una settimana da trascorrere con degli amici che sanno guardare al cuore, non alla superficie.
Risate sincere, camminate, pasti condivisi, silenzi. Anche momenti di scontro che si risolvono in abbracci; un modo per conoscersi meglio, per andare in profondità.
E poi lui, il Sole, che aspetto ogni mattino, oltre il fiume che si getta in mare e che mi bagni il volto con il suo colore e poi con il suo calore.
In questa attesa c'è un momento preciso, un momento in cui tutto cambia. Dal fresco della notte, alla brezza di una giornata nuova il passaggio è nitido, preciso.
E' un tempo infinitamente sospeso che dura un attimo; un tempo in cui sai che inizia tutto, che il nuovo ti attende. Ti sorprende con una luce nuova che ti prende dentro e non ti lascia più. Almeno per altre ventiquattr'ore . Se vuoi.
Bisogna saper cogliere questo momento, questo attimo. E' un momento di rinascita in cui diventa necessario aprire l'anima, cancellare i pensieri notturni, bui. E' necessario saper respirare. Profondamente: ogni inspiro un raggio di luce, ogni espiro un pensiero notturno che se ne va. Con gentilezza.
Così mi porto il sole dentro per tutto il giorno e cerco di lasciarlo uscire ogni volta che incontro qualcuno. Con gentilezza. Senza fretta. Dal Sole al Cuore la strada è breve e infinita allo stesso tempo.
Buona estate.
lunedì 5 agosto 2013
Il Pomeriggio con il Wwf Altamarca
"No odiar le bestiete
che le vol sol scansarne
e noaltri anca co le vola
verso un nido o le scampa
verso 'na tana dove i fioi
speta de magnar, ghe tiremo
co 'l s-ciop e femo de lore
poro sangue sporch de tera"
(tratto da "L'acqua, la piera, la tera e altre poesie" di Romano Pascutto)
"Ma ti, vecio parlar, resisti.
E si anca i òmi
te desmentegarà senzha inacòrderse,
ghén sarà oséi -
do tre oséi magari
dai sbari e dal mazhelo soladi via
doman su l'ultima rama là in cao
in cao de zhiése e pra,
oséi che te à imparà da tant
te parlarà inte 'l sol, inte l'onbria"
(tratto da "Filò" di Andrea Zanzotto)
Abbiamo iniziato con Pascutto e salutato con Zanzotto gli amici del Wwf Altamarca che ci hanno accolti con fiducia e a braccia aperte nella passeggiata di ieri lungo la via "Filadora" di Follina.
Gilberto ci ha guidati nel bosco raccontando aneddoti del luogo.
Noi abbiamo raccontato in poesia animali, luoghi e poeti che dalla poesia hanno tratto ispirazione per addolcire e ravvivare l'Anima.
Gli amici, tanti del Wwf si sono prodigati per un aperitivo a base di anguria e una cena a base di pizza con prodotti genuini e birra fresca.
E' stato il primo incontro. Ce ne saranno sicuramente altri, perché eravamo tanti. eravamo presenti con il fisico e l'intenzione forte di voler cambiare, anzi eravamo, SIAMO coscienti di Essere Parte del cambiamento attivo nel mondo.
Buona estate.
che le vol sol scansarne
e noaltri anca co le vola
verso un nido o le scampa
verso 'na tana dove i fioi
speta de magnar, ghe tiremo
co 'l s-ciop e femo de lore
poro sangue sporch de tera"
(tratto da "L'acqua, la piera, la tera e altre poesie" di Romano Pascutto)
"Ma ti, vecio parlar, resisti.
E si anca i òmi
te desmentegarà senzha inacòrderse,
ghén sarà oséi -
do tre oséi magari
dai sbari e dal mazhelo soladi via
doman su l'ultima rama là in cao
in cao de zhiése e pra,
oséi che te à imparà da tant
te parlarà inte 'l sol, inte l'onbria"
(tratto da "Filò" di Andrea Zanzotto)
Abbiamo iniziato con Pascutto e salutato con Zanzotto gli amici del Wwf Altamarca che ci hanno accolti con fiducia e a braccia aperte nella passeggiata di ieri lungo la via "Filadora" di Follina.
Gilberto ci ha guidati nel bosco raccontando aneddoti del luogo.
Noi abbiamo raccontato in poesia animali, luoghi e poeti che dalla poesia hanno tratto ispirazione per addolcire e ravvivare l'Anima.
Gli amici, tanti del Wwf si sono prodigati per un aperitivo a base di anguria e una cena a base di pizza con prodotti genuini e birra fresca.
E' stato il primo incontro. Ce ne saranno sicuramente altri, perché eravamo tanti. eravamo presenti con il fisico e l'intenzione forte di voler cambiare, anzi eravamo, SIAMO coscienti di Essere Parte del cambiamento attivo nel mondo.
Buona estate.
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