Che paese è un paese dove non c’è prevenzione, attenzione, rispetto,
memoria? Non c’è silenzio per la riflessione, per la decisione e per trovare il
coraggio sulla strada da prendere.
E’ chiaro che è un paese dove non si parla ma ci si urla addosso, un paese
dagli out out continui, delle realtà negate, ridimensionate, plasmate a pro
degli uni o degli altri, tranne che per gli abitanti comuni. Non li chiamo
volutamente cittadini, perché in quanto tali questi, incondizionatamente hanno
doveri e diritti. Gli abitanti, diversamente, alcuni si altri no.
Un paese senza regole, non ci sono colpevoli, non ci sono vittime, tutto è
uno show. Mi chiedo da tanto tempo chi l’abbia scritto questo copione. Voglio
una vita vera, tutto compreso, il bello e il brutto. Ne abbiamo solo una.
Dobbiamo dire basta alla fiction che ci viene propinata. Come si chiama un paese
dove i suoi tutori istituzionali sono accecati, sordi, tirati di qua e di là,
troppo indaffarati per vedere la realtà reale fatta di disperazione, malattia,
morte che va in prescrizione?
Oggi venticinque novembre, giornata contro la violenza sulle donne, mi sento ancora più indignata, arrabbiata, posso dire quasi violentata moralmente da tutto quello che è successo negli ultimi tempi e continua a succedere.
Oggi venticinque novembre, giornata contro la violenza sulle donne, mi sento ancora più indignata, arrabbiata, posso dire quasi violentata moralmente da tutto quello che è successo negli ultimi tempi e continua a succedere.
Oggi venticinque novembre, come tutti i giorni da qualche anno io ricordo
Elena che sapeva che cos’è la vita e gliela hanno rubata.
Un paese senza responsabili, senza colpevoli, senza diritto di
esistere.
Anna
Grazie Anna per rendere vivo il ricordo, anche se nel dolore, di chi ha subito e di chi continua a subire. Con triste ragione anche io mi sento violentata quotidianamente dalla sordità, dall'omertà e dalla latitanza delle istituzioni.
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