conosci davvero la persona che ti dorme accanto?
Il
comune di Vienna (Virginia) "si estende per un'area di oltre quattro
miglia quadrate. Le abitazioni sono tutte case singole e ville di pregevole
fattura, suddivise in quartieri immersi nel verde, spesso in mezzo a vere e
proprie aree boschive".
Una di
queste villette, raffigurata a sera, illuminata dalla luce artificiale, compare
nella sovracopertina de "L'uomo di casa", il nuovo romanzo di Romano
De Marco (Piemme Edizioni). A ben guardare, però, la copertina rigida sottostante,
solitamente monocroma, ripropone al lettore la stessa immagine, ma in bianco e
nero.
Ecco,
l'ambivalenza di luce e ombra, di ciò che appare e ciò
che è sedimentato, nascosto, di ciò che si pensa reale e, invece, è
soltanto facciata, percorre tutta la trama del libro. Non soltanto l'America di
oggi è il luogo della narrazione, ma anche l'America di fine anni
Settanta, raccontata anch'essa in una strada, "una traversa della Idlewood
nel quartiere di Oregon Hill" a Richmond, dove "gli infiniti strati
di vernice colorata non riescono a mascherare la fatiscenza delle abitazioni
stipate l'una a ridosso dell'altra, come i pendolari sulla metro nell'ora di
punta".
Che cosa
accomuna una tragica vicenda di oggi e un'ancor più tragica
vicenda di trent'anni fa? Lungo questo filo conduttore, Romano De Marco narra
di vite che si incrociano seguendo un percorso che ne nasconde un altro e un
altro ancora. Conosci davvero la persona che ti dorme accanto? La domanda
campeggia nella sovracopertina, ma è solo un indizio, come molti altri
disseminati nel corso del testo. Conosci davvero le persone che ti circondano? è
la domanda reale, quella che piano piano si fa strada, perché
nessuno dei protagonisti è quello che sembra.
Tutto
parte da un omicidio, da una moglie che si pone molte domande su chi fosse il
marito, trovato morto in circostanze misteriose, da una schiera di personaggi,
tutti di grande spessore narrativo, tenuti a bada dall'Autore che, come un
consumato auriga, non si fa prendere la mano e ricompone un mosaico le cui
tessere, perdute nel tempo, ma mai dimenticate, conducono a una sorta di
scontro finale, tra Male e Bene. Ma anche questo è apparenza.
Di
fronte al Male si erge la Maternità, che fa "scoprire" a una
dei protagonisti "di poter attingere a una forza che non pensava di
avere". La Maternità fugge dal Male, ma, inseguita dalle
proprie ombre, è costretta ad affrontarlo di nuovo. La
Fuga senza Fine può fermarsi?
"Dentro
il nostro cuore sappiamo bene che non è così, sappiamo che stiamo cercando
risposte dentro una bugia, perché il mondo, in realtà,
è solo un luogo orribile, dove accadono continuamente cose
orribili".
Tre
piani narrativi per un romanzo al cui cospetto il lettore si interroga fin
dall'inizio, non soltanto sull'identità reale dei protagonisti. Un'indagine
mai risolta, una nuova indagine, una terza voce senza connotazioni
spazio-temporali. La vera chiave di lettura dell'intera struttura del testo.
"L'uomo
di casa" è un romanzo di Madri e Figli, un
romanzo che parla di un legame che oltrepassa la necessità
di avere una risposta per tutto.
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