ancora un contributo dell'amica collaboratrice Annarosa Maria Tonin
Matteo,
il protagonista, vive un tempo reale trattenuto, scandito da lavoro e famiglia
e dall'etica che li fonda, diventando egli stesso il ferreo simbolo di questo
edificio, per la conservazione della cui solidità fa appello alla preghiera e a una
fede devota appresa da bambino.
Nel tempo
reale egli ha costruito un edificio privo di felicità, quella
felicità che egli incontra nel tempo del sogno, riapparso nella sua
vita quando riappaiono, fisicamente e nella memoria, le origini del suo dolore,
della sua Via Crucis: la morte della madre, la malattia del padre.
La
passione di Matteo è la scoperta dell' "incapacità
di separare odio e amore", la scoperta del corpo suo e degli altri,
riconosciuto attraverso la nudità. Tutto questo grazie alla risposta
affermativa a una domanda: "È necessario oltrepassare i confini
della propria esistenza?"
La Via
Crucis rinnovata di Matteo, rinnovata dopo trent'anni dalla prima, è
proprio questa: compiere un viaggio dall'Italia all'Ucraina, insieme alla
sorella Giulia, che non vede da trent'anni, chiamato dal padre, Giovanni, che
non vede da trent'anni, dalla morte della madre Virginia.
Ed è
proprio lontano dai suoi luoghi-edifici esistenziali, lavoro e famiglia, sempre
in quest'ordine, lontano, dunque, a Est, a contatto con una dettagliata
desolata povertà, che la natura umana si spoglia di ciò
che aveva costruito, delle finzioni, degli obblighi, dei riti, del denaro, per
andare incontro alla scarna essenza, all'uomo fatto di "due metà
in uno".
Piano
piano, con calibrata e tesa cura della parola, Paolo Zardi rende "La
passione secondo Matteo" un romanzo in cui riecheggiano Thomas Mann e
Robert Musil, in cui la costruzione delle sue tre parti, corrispondenti ai nomi
di figlia, padre e figlio, segue la partitura dell'opera di Johann Sebastian
Bach.
Le tre
parti, infatti, sono composte da: cori, brani piuttosto lunghi che si trovano
all'inizio, nel momento più drammatico e alla fine della vicenda
narrata; corali, momenti di preghiera semplice, devozionale; turbe, brani
brevi, in cui si scontrano pensieri differenti; brani per coro e solisti;
recitativi e, quindi, dialoghi serrati; arie, in cui l'essenza umana emerge in
tutta la sua grandezza e fragilità.
"La
passione secondo Matteo", dunque, è un unico, immenso inno alla vita e
alla cognizione del corpo che si fa dolore.
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