Una nuova recensione della nostra collaboratrice Annarosa Maria Tonin
"A me stessa per aver vissuto gli ultimi quattro
anni della mia vita come se fossero quaranta".
Con questa dedica si apre "Inerti", romanzo
scritto dalla giornalista e attivista antimafia palermitana Barbara Giangravé. Parte integrante del testo,
la dedica offre al lettore fin da subito la netta convinzione che un tempo
relativamente breve possa recare con sé la percezione di un tempo lungo.
Nella narrazione, che ripercorre la storia di
un'indagine, il tempo si dilata, riannodando i fili di un passato che la
protagonista, Gioia Lantieri, pensa di essersi lasciata alle spalle, e
intrecciando le vicende di un presente nascosto e da svelare con un futuro che
si vorrebbe migliore, ma di cui non si afferra la reale necessità, perché passato e presente sono
ancora troppo pesanti.
Barbara Giangravè conduce il lettore ad Acremonte, paese
dell'entroterra siciliano, rendendolo immediatamente partecipe della storia di
Gioia. Licenziata dall'azienda per cui lavora, lascia Palermo e ad Acremonte,
lavorando come libraia, inizia a ricomporre le tessere di un mosaico familiare
e collettivo che la portano a non voler più fuggire ma ad affrontare la realtà dei fatti e delle persone.
Dapprima Gioia accoglie su di sé il peso della ricerca sul perché ad Acremonte la gente muoia
giovane e in un lasso di tempo breve le morti aumentino. Piano piano Gioia esce
dal proprio guscio come la gente di Acremonte e l'incontro di vite fino a quel
momento parallele fa sì che la
forza di Gioia aumenti, fino a raccogliere tutto ciò che serve per fare giustizia
e tentare di cambiare il destino di un paese e della sua gente, segnato dalla
volontà di chi
esercita un potere secolare e incontrastato.
"Inerti" è legato alle dichiarazioni che il pentito Carmine
Schiavone ha rilasciato a Barbara Giangravè un anno prima di morire, e all'inchiesta condotta
dalla giornalista sul traffico illecito di rifiuti e la conseguente diffusione
del cancro, in un continuo intrecciarsi di interessi politici ed economici, fin
dagli anni Settanta.
La lettura di "Inerti" porta a concludere che la protagonista
principale è la terra. Alla terra torniamo tutti. E non a caso è questo
l'arrivo di Gioia Lantieri ad Acremonte: "Riempita ben oltre le sue
capacità di carico, la Fiesta impiega tre ore per arrivare, arrancando a
fatica, sul piazzale esterno del cimitero monumentale. Gioia scende, si
stiracchia, si incammina di buon passo e supera il grande cancello in ferro
battuto".
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