ancora un contributo dell'amico Patrizio Neri:
un breve estratto di un libro che tutti dovrebbero leggere
un breve estratto di un libro che tutti dovrebbero leggere
" Ma perché sempre assieme, perché corpo e madre? " chiede la protagonista di Pelle di marmo,
uno dei romanzi più belli della scrittrice croata Slavenka Drakulic.
Riassumendo così quello che, per secoli, è stato considerato il cardine
della femminilità: diventare madre. Senza figli, una donna era
necessariamente incompleta, insoddisfatta, imperfetta. Al punto che non
averne, era più che un semplice tabù; era una vera e propria
maledizione. Da allora, di strada ne è stata fatta molta. Le donne hanno
cominciato a rivendicare la possibilità di scegliere se, e quando,
diventare madri. Hanno capito di avere il diritto di rifiutare il ruolo
procreativo. Hanno scoperto di poter essere "altro". Fino a trasformare
la vergogna in orgoglio: fiere di non avere figli, molte di loro parlano
oggi di libertà ritrovata, di autonomia raggiunta, di coraggio. Ma è
per forza necessario schierarsi da una parte o dall'altra di una
dicotomia che, forse, non ha più ragion d'essere? Perché passare dalla
vergogna all'orgoglio? Di cosa ci si dovrebbe vergognare oppure essere
fieri?
Ci sono donne che, ancora oggi, pensano che una vita
senza figli non abbia senso. Sono convinte che sia giusto lasciare
dietro di sé una traccia e avere almeno un motivo serio per cui alzarsi
la mattina e coricarsi la sera. E allora organizzano la propria
esistenza in modo da conciliare vita lavorativa e vita affettiva, oppure
decidono di sacrificare la carriera ai figli. E dopo un po' tutto gira
intorno ai bambini da accudire, all'avvenire da costruire, ai valori da
trasmettere. Ma ci sono anche donne che la pensano in maniera
diametralmente opposta. Che si vogliono dedicare interamente alla
carriera e al successo personale. Che immaginano che i figli siano solo
un peso o una responsabilità troppo grande. E quando qualcuno chiede
loro perché non hanno avuto figli, rispondono che è stata una scelta e
che nessuno dovrebbe permettersi di giudicarle. E allora si passa dalla
vergogna all'orgoglio, anche se forse, con l'avere figli, non c'entrano
né la vergogna né l'orgoglio. E come tante altre cose che nell'esistenza
si immagina di poter controllare e di poter decidere, anche diventare o
meno madri è semplicemente qualcosa che accade, oppure no. Ci sono gli
incontri che si fanno e le persone che si amano. Le opportunità. Il
caso. E poi c'è il passato che ognuna si porta dentro, l'infanzia che si
è vissuta e le cose che si vogliono o meno riparare. Riprendere il filo
interrotto di una narrazione affinché la fine della storia sia diversa.
Oppure rompere definitivamente con l'infanzia, ed evitare che la storia
si ripeta sempre nello stesso modo.
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