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Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
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Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
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Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…


Le Voci Consigliano

venerdì 17 marzo 2017

"L'Uomo di Casa" recensito da Annarosa Maria Tonin per Viaggiare con le Parole



conosci davvero la persona che ti dorme accanto?

Il comune di Vienna (Virginia) "si estende per un'area di oltre quattro miglia quadrate. Le abitazioni sono tutte case singole e ville di pregevole fattura, suddivise in quartieri immersi nel verde, spesso in mezzo a vere e proprie aree boschive".

Una di queste villette, raffigurata a sera, illuminata dalla luce artificiale, compare nella sovracopertina de "L'uomo di casa", il nuovo romanzo di Romano De Marco (Piemme Edizioni). A ben guardare, però, la copertina rigida sottostante, solitamente monocroma, ripropone al lettore la stessa immagine, ma in bianco e nero.

Ecco, l'ambivalenza di luce e ombra, di ciò che appare e ciò che è sedimentato, nascosto, di ciò che si pensa reale e, invece, è soltanto facciata, percorre tutta la trama del libro. Non soltanto l'America di oggi è il luogo della narrazione, ma anche l'America di fine anni Settanta, raccontata anch'essa in una strada, "una traversa della Idlewood nel quartiere di Oregon Hill" a Richmond, dove "gli infiniti strati di vernice colorata non riescono a mascherare la fatiscenza delle abitazioni stipate l'una a ridosso dell'altra, come i pendolari sulla metro nell'ora di punta".

Che cosa accomuna una tragica vicenda di oggi e un'ancor più tragica vicenda di trent'anni fa? Lungo questo filo conduttore, Romano De Marco narra di vite che si incrociano seguendo un percorso che ne nasconde un altro e un altro ancora. Conosci davvero la persona che ti dorme accanto? La domanda campeggia nella sovracopertina, ma è solo un indizio, come molti altri disseminati nel corso del testo. Conosci davvero le persone che ti circondano? è la domanda reale, quella che piano piano si fa strada, perché nessuno dei protagonisti è quello che sembra.

Tutto parte da un omicidio, da una moglie che si pone molte domande su chi fosse il marito, trovato morto in circostanze misteriose, da una schiera di personaggi, tutti di grande spessore narrativo, tenuti a bada dall'Autore che, come un consumato auriga, non si fa prendere la mano e ricompone un mosaico le cui tessere, perdute nel tempo, ma mai dimenticate, conducono a una sorta di scontro finale, tra Male e Bene. Ma anche questo è apparenza.

Di fronte al Male si erge la Maternità, che fa "scoprire" a una dei protagonisti "di poter attingere a una forza che non pensava di avere". La Maternità fugge dal Male, ma, inseguita dalle proprie ombre, è costretta ad affrontarlo di nuovo. La Fuga senza Fine può fermarsi?

"Dentro il nostro cuore sappiamo bene che non è così, sappiamo che stiamo cercando risposte dentro una bugia, perché il mondo, in realtà, è solo un luogo orribile, dove accadono continuamente cose orribili".

Tre piani narrativi per un romanzo al cui cospetto il lettore si interroga fin dall'inizio, non soltanto sull'identità reale dei protagonisti. Un'indagine mai risolta, una nuova indagine, una terza voce senza connotazioni spazio-temporali. La vera chiave di lettura dell'intera struttura del testo.

"L'uomo di casa" è un romanzo di Madri e Figli, un romanzo che parla di un legame che oltrepassa la necessità di avere una risposta per tutto.

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